Gerione era un mostro. Di lui tutto era rosso.
Metteva il muso fuori dalle coperte al mattino era rosso.
Che aspro il paesaggio rosso dove i suoi buoi scrollavano le pastoie.
Nel vento rosso.
Si ricacciava giù nell’aria collosa d’alba del sogno di Gerione.
Il sogno di Gerione cominciava rosso poi sgusciava fuori dal giaciglio.
E correva vele spiegate su per le sue radici d’argento come un cucciolo.
Cucciolo segreto sul versante iniziale di un altro giorno rosso.
Gerione teneva la macchina fotografica pronta e parlava poco.
Sto scomparendo pensò ma le fotografie valevano la pena.
I vulcani non sono montagne come le altre.
Puntare l’obbiettivo e guardare nel mirino ha effetti
che nessuno è in grado di valutare in anticipo.
(Autobiografia del Rosso, Anne Carson)
